WP 4 - Studi e analisi

WP 4 – Studi, analisi ed attività derivate

Questo work package è articolato su tre attività:
  1. Analisi dei dati meteoclimatici, studi ed attività derivate - approfondimenti nel sito pilota
  2. Analisi dei dati relativi alle acque sotterranee, studi ed attività derivate
  3. Applicazioni degli studi alla pianificazione ed alla governance territoriale
4.1 Analisi dei dati meteoclimatici, studi ed attività derivate - approfondimenti nel sito pilota
L’attività WP4.1 è articolata in cinque sotto attività:
  • a - Definizione degli scenari di climatchange;
  • b - Approfondimenti nel sito pilota e valutazione degli impatti dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi alpini;
  • c - Ricostruzione paleogeografica e storica in relazione ai cambiamenti climatici e agli usi dell’acqua nel bacino idrografico;
  • d - Valutazione delle metodologie di analisi socioeconomiche per la definizione delle strategie di adattamento al climatchange;
  • e - Modellazione idrologica e studi di morfodinamica fluviale e trasporto solido
a - Definizione degli scenari di climatchange

Secondo l’ IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) la regione Mediterranea é uno degli "hotspot" climatici del pianeta, ove le perturbazioni del clima saranno particolarmente importanti. L'aumento delle temperature é stato già avvertito e certamente subirà un incremento nei prossimi decenni.

L'evoluzione dei regimi delle piogge é di più difficile previsione, a causa delle forti variabilità naturali e dei complessi meccanismi meteorologici, ma alcuni studi indicano una riduzione delle piogge annuali accompagnata da un aumento del numero di eventi estremi. Le conseguenze di queste previsioni sono molteplici: riduzione del deflusso annuale dei corsi d'acqua, evoluzione del carico sedimentario che alimenta la piana alluvionale e maggiori rischi di piene ed inondazioni a Ventimiglia.
I modelli globali o regionali analizzano l’evoluzione del clima con maglie di 50 km  o 12 km di lato, ma negli ambienti alpini, dove i dislivelli e l'orientazione dei versanti giocano un ruolo importante sulle temperature, piogge, e tenore d'acqua nei suoli, questa risoluzione non è sufficiente per essere utile.
In "Concert-Eaux" saranno dettagliate le previsioni ad una risoluzione spaziale compatibile con un Modello Numerico del Terreno (DTM) di 25 metri, mediante downscaling del modello regionale ALADIN ed analisi statistiche a due scale: la prima che copre molte centinaia di chilometri quadrati e riassume l'insieme delle informazioni delle stazioni di Météo France, ed una seconda mediante la realizzazione di un osservatorio con la raccolta di dati sul sottobacino della Bendola per l'affinamento degli effetti topografici.
Il progetto permetterà di elaborare e testare l'impatto di 3 o 4 scenari di evoluzione di temperature e dei regimi di pioggia ad una risoluzione spaziale di 25 metri sull'insieme della valle. Questi scenari saranno in seguito utilizzati per alimentare i modelli idrologici (ruscellamento, piene, alimentazione della falda freatica della piana alluvionale di Ventimiglia), di trasporto solido e di evoluzione delle aree floristiche sensibili della vallata.
Inoltre, si analizzeranno dati GPS/GNSS della rete transfrontaliera di Stazioni Permanenti geodetiche per individuare l’evoluzione del ritardo troposferico zenitale (ZTD) dal 1998 ad oggi, quale contributo all'analisi dei cambiamenti climatici a scala di bacino.
Infine integreranno misure GPS/GNSS di ritardo troposferico zenitale (ZTD) con misure di Temperatura e Pressione al suolo sparse sul territorio rappresentato da un Modello Digitale del Terreno (DTM), ottenendo mappe spaziali del contenuto di vapore acqueo potenzialmente precipitabile (Precipitable Water Vapour – PWV) presente in atmosfera. Prodotto finale di tale procedura saranno le mappe di PWV, classificate mediante valori di soglia definite dallo studio di eventi meteorologici storici, di minore o maggiore intensità, in modo da essere facilmente leggibile da utenti non esperti.

b -  Approfondimenti nel sito pilota e valutazione degli impatti dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi alpini

Si effettuerà un approfondimento nel sito pilota del Vallone della Bendola, soprattutto per quanto riguarda gli impatti dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi. Infatti, il dislivello del bacino idrografico del Roia, da 0 a livello del mare fino a più di 3000 m nel punto culminante in meno di 50 km, fa si che la variazione climatica sia eccezionale. Questo gradiente climatico è il fattore esplicativo principale dell’eccezionale biodiversità del Roia per due ragioni: la concatenazione dei livelli climatici in uno spazio ristretto e la completezza dei gradienti dallo stadio termo-mediterraneo allo stadio nivale, genera quale semplice addizione di ricchezze di ogni stadio una ricchezza globale particolarmente importante.
In un tale contesto è necessario acquisire una migliore conoscenza della ripartizione geografica delle specie e del ruolo che in essa gioca il clima, definendo le zone di distribuzione e le nicchie ecologiche delle specie sensibili alle condizioni climatiche, sulla base di dati climatici dettagliati ed attualizzati.
Infine, si dovrà condurre uno studio delle cinematiche fenologiche attraverso analisi di serie temporali ad alta risoluzione d’immagine d’indici di vegetazione per vedere se la stagionalità delle coperture vegetali sono evolute in risposta alle passate recenti fluttuazioni del clima e se si ritrova una tendenza conforme alla tendenza al riscaldamento come quella che si caratterizza nel Roia. Saranno quindi selezionate alcune specie per le quali è possibile descrivere la dinamica di popolamento (età degli individui, natalità, mortalità, numero di semi, tasso di germinazione, ecc.) in modo da testare l’ipotesi che la dinamica del popolamento sia sensibile al clima e che ai margini climatici delle zone di distribuzione il popolamento è condizionato dal clima.
Sarà infine possibile calibrare dei modelli (Automate Cellulaire, affiancato da Système multi-agent) per modellare l’impatto potenziale del cambiamento climatico sulla distribuzione delle specie integrando i dati attuali e futuri, la dinamica delle coperture vegetali, la cinematica fenologica e la dinamica del popolamento.

c - Ricostruzione paleogeografica e storica in relazione ai cambiamenti climatici e agli usi dell’acqua nel bacino idrografico

Si tratta di una ricostruzione paleogeografica e storia degli insediamenti e gli usi dell'acqua nel bacino idrografico, realizzata con taglio divulgativo, tendente a dimostrare come i cambiamenti climatici siano già avvenuti nel passato ed abbiano modificato profondamente il paesaggio.
La ricostruzione paleoclimatica e paleogeografica proporrà inizialmente il paesaggio corrispondente alla massima estensione dei ghiacci nell’ultima glaciazione alpina (glaciazione Wurm) ovvero a circa 20.000 anni fa, in quanto ad essa corrisponde anche il minimo livello del mare (di circa 100 m più basso che attualmente) e dunque la presenza di vaste pianure lungo costa ligure-francese, caratterizzanti un paesaggio assai diverso dall’attuale.
Si procederà quindi verso il tempo presente, descrivendo la successione di condizioni climatiche, paesaggistiche ed insediative che hanno caratterizzato nel tempo questi territori ed in particolare la Valle Roia/Roya.

Nell’ambito di questa ricostruzione sarà considerato anche il ruolo giocato dall’uomo nella modificazione del paesaggio, ripercorrendo la progressiva colonizzazione ad opera delle popolazioni umane dal paleolitico superiore, passando dalle popolazioni dell’Età del Bronzo che hanno lasciato tracce di sé nei graffiti rupestri dell’Alta Valle delle Meraviglie, fino ad arrivare agli importanti impianti realizzati agli albori dell’era industriale.
Una speciale attenzione sarà quindi dedicata alla descrizione della progressiva antropizzazione della vallata, soprattutto per quanto riguarda lo sfruttamento delle risorse idriche, sia a scopi di produzione energetica che per uso idropotabile.

d - Valutazione delle metodologie di analisi socioeconomiche per la definizione delle strategie di adattamento al climatchange

La valutazione si concentrerà sull'analisi delle metodologie disponibili per la selezione e l'ordinamento (“ranking”) delle possibili opzioni di adattamento nel contesto territoriale di riferimento (ad es. analisi costi-benefici, analisi costi-efficacia, analisi multicriterio e loro evoluzioni).
Partendo dai risultati delle analisi idrologiche e climatologiche sviluppate nell'ambito del progetto e tenendo conto di variabili di ordine territoriale, economico, legale, amministrativo e delle politiche in atto nei territori di riferimento, lo studio indicherà alcune metodologie disponibili in letteratura per la valutazione economica delle misure di adattamento e per il loro uso a supporto delle decisioni di investimento e di azione pubbliche e private.
 
Sulla base di analisi di letteratura scientifica e di “buone pratiche”, saranno specificate una serie di ipotesi standard relative alla gestione delle risorse idriche territoriali secondo gli scenari sviluppati nel contesto del progetto e saranno delineati schemi per sistemi decisionali (Decision Support Systems - DSS) idonei guidare enti pubblici e privati nei processi di decisione emergenti in un contesto di pressioni climatiche su risorse naturali, ambientali ed economiche e su variabili sociali.
L'analisi individuerà in particolare una serie di indicatori trasferibili applicati in situazioni analoghe a quelle individuate nel territorio del progetto, fornendo riferimenti ed esempi utili per una successiva applicazione.
Saranno inoltre sviluppati esempi di analisi e indicati criteri di selezione e di ordinamento alternativi, accompagnati da un idoneo apparato bibliografico, glossario e indicazioni attuative.

e - Modellazione idrologica e studi di morfodinamica fluviale e trasporto solido

L’attività tratta sia la definizione di un modello idrologico condiviso sul piano tecnico-scientifico a livello transfrontaliero, sia la valutazione del trasporto solido del corso d’acqua principale.

Per quanto riguarda l’analisi degli eventi estremi, l’implementazione del modello idrologico consente la stima univoca delle portate al colmo di piena del bacino del Roia per assegnato periodo di ritorno; l’approccio metodologico utilizzato deve essere condiviso da tutti i soggetti attuatori nei rispettivi territori italiano e francese. La base dati di riferimento per la successiva modellazione idrologica del bacino del Roya includerà tutte le osservazioni storiche pluviometriche ed idrometriche disponibili ad oggi presso gli enti territoriali coinvolti nel progetto.
Sarà quindi effettuato un confronto delle diverse metodologie proposte dagli enti territoriali italiani e francesi per la stima della portata al colmo di piena. Ai fini della valutazione della portata al colmo T-ennale, e tenuto conto delle dimensioni del bacino del Roia, la modellistica simulerà i processi tramite una rappresentazione parametrica locale ad una risoluzione spaziale tale da stimare correttamente la variabilità dei parametri stessi (ad es. uso del suolo).
Per quanto riguarda gli studi sul trasporto solido, il tratto di maggior interesse è quello vallivo, dove i ciottoli della piana alluvionale sono utilizzati dal genio civile e per l’alimentazione delle spiagge. Gli interessi economici sono elevati ed un eccessivo prelievo della frazione grossolana, incidendo l’alveo, mette in pericolo le infrastrutture quali ponti e condotte d’acqua interrate.
Al fine di predisporre un piano di gestione dei sedimenti è necessario quantificazione gli apporti e le disponibilità dei sedimenti attuali oltre che le probabili evoluzioni dei flussi sedimentari.
La misura della frazione grossolana è tecnicamente difficile e necessita di investimenti in strumentazione e personale. E’ qui preferita la tecnica dei RFID (Radio-Frequency Identification) perché essa permette di mettere in relazione il movimento di una classe granulometrica specifica con le condizioni di deflusso. Saranno quindi equipaggiati di transponder più di un migliaio di ciottoli, ed il loro trasporto sarà seguito mediante antenne fisse (sugli impianti delle soglie idroelettriche) e mobili. Saranno identificati tre tronconi, allo scopo di caratterizzare i flussi sedimentari lungo il corso d’acqua, di cui uno a monte del bacino di Breil, un altro a valle di questo stesso bacino ed infine allo sbocco delle gole vallive in prossimità della piana alluvionale di Ventimiglia.
Per quanto riguarda quest’ultima zona, l’approccio che verrà utilizzato è basato sulla modellazione numerica della corrente fluviale lasciando libero l’alveo di evolvere in termini geometrici. Introducendo il carattere mobile del fondo dell’alveo, ciò implica che il dominio (alveo) in cui si sviluppa il moto varia nel tempo in un processo di mutua interazione tra la corrente fluida e l’alveo stesso. Da considerazioni sul bilancio di sedimenti che sono mobilitati dalla corrente lungo un tratto dell’alveo, si può dedurre che una soluzione di equilibrio del fondo può essere trovata quando la portata solida, ovvero la quantità di sedimenti che la corrente è in grado di trasportare, rimane costante in tutto il tratto e pari alla portata solida in ingresso. Il risultato delle simulazioni saranno gli assetti di equilibrio del fondo e della superficie libera note le caratteristiche geometriche e sedimentologiche dell’alveo, le portate liquida e solida in ingresso e il livello nella sezione di valle.
Tutti gli studi e le analisi previsionali saranno condotte anche in riferimento agli scenari di cambiamento climatico definiti nelle azioni precedenti.

Prodotti del WP 4.1:
  • Ricostruzione paleogeografica e storica sui cambiamenti climatici e gli usi dell'acqua nel bacino idrografico
  • Valutazioni metodologie di analisi socioeconomica sugli impatti dei cambiamenti climatici
  • Mappe del contenuto di vapore acqueo potenzialmente precipitabile
  • Stima della portata al colmo T-ennale
  • Quantificazione dei flussi dei sedimenti nel Roia
  • Scenari climatici
  • Biodiversità ed aree protette
  • Modellizzazione idrologica
  • Analisi di dati meteoclimatici GPS/GNSS dal 1998 ad oggi
  • Configurazione d'equilibrio morfodinamico del Roia nel tratto vallivo
4.2 Analisi dei dati relativi alle acque sotterranee, studi ed attività derivate
L’attività WP4.2 è articolata in tre sotto attività:
  • a - Esecuzione di indagini integrative per la valutazione del rischio di intrusione salina nell’acquifero e stima degli impatti di variazioni di livello marino a causa del climatchange;
  • b - Realizzazione di modelli idrogeologici inerenti il comportamento dell’acquifero della piana di fondovalle;
  • c - Stima dell’impatto dei cambiamenti climatici sulle risorse idriche.
a - Esecuzione di indagini integrative per la valutazione del rischio di intrusione salina nell’acquifero e stima degli impatti di variazioni di livello marino a causa del climatchange

Nei precedenti progetti Interreg Alcotra RiskNat ed Eur-Eau-Pa sono state condotte indagini geognostiche per caratterizzare geologicamente l’acquifero. Alcuni sondaggi sono stati eseguiti anche presso la foce, ed hanno fornito risultati sorprendenti, nel senso che il substrato è risultato molto prossimo alla superficie. Da alcuni documenti storici è in effetti emerso che la foce del fiume anticamente era spostata più ad Est, e che quindi esiste sotto l’attuale abitato della città di Ventimiglia un paleo-alveo, la cui geometria non è in oggi ancora conosciuta.
L’eventuale intrusione del cuneo salino potrebbe avvenire proprio attraverso questo paleo-alveo, ed è dunque necessario eseguire dei sondaggi esplorativi per caratterizzarle la geometria e le caratteristiche sedimentologiche ed idrologiche.
Sulla base di questi dati e delle misure dei parametri di conducibilità elettrica forniti dai sensori posizionati nei sondaggi, sarà sviluppato un modello numerico dell’interfaccia acque dolci – acque salate. Questo modello permetterà di definire gli scenari di possibile intrusione salina, basati sulle proiezioni delle prevedibili variazioni dell’alimentazione della falda freatica e del livello del mare dovute ai cambiamenti climatici.
Inoltre si effettueranno tre nuovi sondaggi in prossimità della linea di costa al fine della valutazione dell’ingressione del cuneo salino: due sondaggi saranno attrezzati con strumentazione CTD (per la misura di conducibilità, temperatura e livello piezometrico), mentre   il terzo sondaggio avrà solamente significato geologico – stratigrafico ai fini dell’individuazione del bedrock.

b - Realizzazione di modelli idrogeologici inerenti il comportamento dell’acquifero della piana di fondovalle

Nel precedente progetto EUR-EAU-PA è stato realizzato un modello numerico 3D dell’insieme della falda alluvionale, dettagliato nella zona del campo pozzi di Mentone e Ventimiglia, allo scopo di rappresentare i flussi della falda. La modellazione numerica preliminare è stata effettuata sia in regime transitorio che in regime permanente, nell’ipotesi che il fiume alimenti la falda alluvionale, ed allo scopo di eseguire una prima stima dei flussi in entrata ed in uscita dalla falda. Sono stati condotti test sulla base di questo modello, in particolare relativamente a problematiche di inquinamento nella zona nord e di intrusione salina a sud. Gli strumenti sviluppati sono ritenuti ancora perfettibili in quanto le tarature dei parametri non sono stati condotti sui dati provenienti dalla rete di osservazione della falda, posta in essere solamente verso la fine del progetto EUR-EAU-PA. I dati piezometrici acquisiti dalla fine del 2012 così come i dati fisico-chimici (temperatura e conducibilità dell’acqua) ed i dati chimici (principali elementi) devono ora essere utilizzati per affinare le funzionalità dei modelli. Inoltre, appare pertinente acquisire dati supplementari per meglio comprendere gli scambi fra il fiume e la falda ai fini di perfezionare il modello idrogeologico concettuale dell’acquifero del Fiume Roia (prima alluvionale di foce).
Pertanto, nel quadro del progetto CONCERT-EAUX, si propone di proseguire il lavoro di modellazione, capitalizzando l’insieme dei dati acquisiti dal progetto EUR-EAU-PA e partendo da nuovi dati, in particolare fisico-chimici, raccolti in CONCERT-EAUX. Sulla base di ciò, si predisporrà un sistema di monitoraggio delle acque superficiali che consentirà di stimare quantitativamente gli scambi di massa tra fiume e falda sotterranea (bilancio di carica dell’acquifero).
Si intende procedere come segue:
I] Analisi preliminari sulla qualificazione degli scambi falda - fiume
Per ottenere questo risultato ci si propone di realizzare le attività seguenti :
  • Reinterpretazione delle prove di pompaggio precedenti
  • Monitoraggio dei parametri fisico-chimici (temperatura e conduttività)
  • Qualificazione dei trasferimenti di massa per il monitoraggio della componente organica
  • Analisi chimiche supplementari
  • Monitoraggio deflussi del fiume Roia lungo sezioni prestabilite
  • Carte piezometriche delle alte e basse portate
 
II] Modello concettuale
La presente fase consiste nel sintetizzare l’insieme delle conoscenze e dei risultati ottenuti nel corso degli studi geochimici, isotopici, termici ed idraulici descritti precedentemente, per elaborare il modello concettuale di funzionamento dell’idrosistema del Roia. Questo modello servirà quale base della modellazione numerica.
 
III] Studio della ricarica della falda
La ricarica della falda fa parte delle condizioni limite che si dovranno fornire al modello numerico. La ricarica diretta (infiltrazione delle precipitazioni nel bacino idrografico del Roia) è direttamente impattata dai cambiamenti climatici e condiziona il volume utilizzabile e rinnovabile della falda alluvionale. E’ quindi importante fornirne una stima affidabile e studiare la sua probabile evoluzione futura.
Ci si propone di stimare la ricarica della falda alluvionale mettendo in opera diversi metodi in funzione della pluviometria, dei deflussi del fiume e della piezometria. L’analisi dei risultati dovrà permettere di fornire informazioni sui differenti flussi d’alimentazione della falda (ricarica diretta per infiltrazione delle acque pluviali e scambi con il fiume o i serbatoi idrogeologici vicini). In un secondo tempo si applicheranno metodi di bilancio idrologico, con delle proiezioni climatiche sulla zona di studio. Il confronto dei risultati ottenuti nel periodo di riferimento presenti e futuri fornirà una valutazione degli impatti del cambiamento climatico sulla ricarica diretta dell’idrosistema.
D’altra parte, per fare una correlazione fra le condizioni climatiche ed i deflussi del Roia a monte della zona di studio, sarà realizzata una modellazione afflussi/deflussi sul Roia e sul Bevera.
IV] Aggiornamento del modello idrologico numerico
Quanto sopra riportato, che rappresenta in via teorica il modello concettuale che dovrà essere dettagliatamente sviluppato attraverso le attività di progetto, deve essere opportunamente “tradotto” in dati numerici da utilizzarsi come dati di input o valori di riferimento (calibrazione) ai fini dello sviluppo del modello numerico.
Al fine di rendere duraturo lo strumento e garantire il suo utilizzo da parte degli amministratori francesi e italiani, il Il modello idrogeologico numerico sarà comune a francesi e italiani ma sviluppato su due distinti software: MARTHE per il BRGM e MODFLOW per ARPAL.
Il contesto geologico ed idrogeologico della piana alluvionale del Roia rende necessaria la realizzazione di un modello multi-strato, in grado di prevedere in ogni maglia i livelli piezometrici. Esso deve includere la modellazione degli scambi fra la falda ed il fiume nonché il trasporto di elementi chimici per simulare casi di inquinamento accidentale.
Il modello idrogeologico consolidato in modo da caratterizzare meglio il funzionamento del sistema falda - fiume, consentirà di comprendere meglio il potenziale impatto di un inquinamento accidentale sulla risorsa. La visualizzazione delle traiettorie della corrente e la simulazione del trasporto di un tracciante permetterà inoltre di valutare il rischio per i pozzi di un inquinamento accidentale ed eventualmente di prefigurare degli studi supplementari.
Inoltre, questo lavoro permetterà uno scambio di buone pratiche e sarà l’occasione di approfondire il dialogo fra gli utilizzatori finali (amministratori e gestori).

c - Stima dell’impatto dei cambiamenti climatici sulle risorse idriche

Le proiezioni climatiche fornite dal partner CNRS saranno utilizzate per calcolare le nuove condizioni limite del modello (ricarica diretta, portate del Roia a monte, flussi di alimentazione della falda). Il modello idrogeologico sarà predisposto con delle condizioni limite “future” per simulare la risposta piezometrica ad una modifica della ricarica (senza modificare i prelievi).
In un secondo tempo si definiranno degli scenari di prelievo in correlazione con gli scenari di cambiamento climatico, e si applicherà il modello idrogeologico per simulare la risposta piezometrica ad una modificazione generale dei vincoli esterni (climatici/prelievi).

Prodotti del WP 4.2:
  • Modello idrologico sull'insieme della falda acquifera
  • Strumento di supporto per la stima dell'impatto dei cambiamenti climatici sulle risorse idriche
  • Sondaggi geognostici
  • Studi impatto climatchange
4.3 Applicazioni degli studi alla pianificazione ed alla governance territoriale
 
Si intende procedere ad una rivalutazione degli scenari di pericolosità idraulica sulla base di valutazioni idrologiche aggiornate effettuate a scala di bacino e coordinate con i dati disponibili nei territori italiano e francese, tenendo anche conto dei possibili impatti dei cambiamenti climatici.
Ciò risulta particolarmente importante per superare l’attuale situazione, che vede l’utilizzo di valori di riferimento delle portate di piena differenti sul territorio italiano e francese, anche in relazione alle diverse metodologie utilizzate.
 A tal fine si prevede di realizzare uno studio idraulico di dettaglio relativo all’asta principale del F. Roia e al suo principale affluente, il T. Bevera, finalizzato a definire gli scenari di pericolosità e rischio idraulico nelle aree perifluviali dei corsi d’acqua, con riferimento alle portate di piena stimate a scala di bacino idrografico sia alle condizioni attuali, sia alle ipotesi di climatchange.  In particolare, le forzanti idrologiche (portate e volumi di piena) utilizzate come dati d’ingresso nelle modellazioni idrauliche saranno desunte dagli studi idrologici appositamente redatti nell’ambito del progetto Concert-Eaux.
I risultati saranno forniti all’amministrazione francese per consentire un’applicazione territoriale e saranno condotti confronti metodologici con EdF.
Tali valutazioni, in coerenza con la stessa direttiva,  saranno svolte con attenzione ai possibili cambiamenti climatici anche nell’ottica della maggiore sostenibilità dei modelli di pianificazione del territorio, ivi compresi piani urbanistici e territoriali nonché di protezione civile.  Le aree inondabili determinate saranno alla base sia della valutazione delle potenziali conseguenze negative derivanti dalle alluvioni, con particolare riferimento alla popolazione residente, alle aree urbanizzate e alle attività economiche esposte, sia dell’individuazione di possibili interventi di sistemazione fluviale.
Nel quadro dell'analisi degli impatti del cambiamento climatico deve essere considerata anche l’evoluzione morfodinamica dell'alveo del fiume, che ha impatti in relazione ad aspetti sia di rischio idraulico, anche in termini di stabilità delle opere in alveo, sia di riqualificazione degli ambiti fluviali, come previsto dalle direttive europee 2007/60 e 2000/60, in un tratto di corso d’acqua classificato di interesse comunitario (SIC IT 1315720).
Sulla base delle valutazioni sulle caratteristiche della morfodinamica fluviale del tratto terminale del F. Roia e della sua tendenza evolutiva, verrà impostato un piano di gestione dei sedimenti. In esso potranno essere definiti interventi di mitigazione del rischio idraulico e di manutenzione dell’alveo e delle opere, compatibili con la dinamica fluviale e la tutela degli ecosistemi, affrontando anche le evidenti problematiche di erosione che coinvolgono opere acquedottistiche di primario interesse pubblico presenti in alveo.
Le analisi svolte potranno costituire elementi essenziali per la predisposizione di un piano di interventi di manutenzione, ordinaria e/o straordinaria, finalizzato alla prevenzione del rischio idraulico e coerente con le condizioni morfologiche del corso d’acqua e con le esigenze di rinaturalizzazione e riqualificazione. 

Prodotti del WP 4.3:
  • Piano di gestione dei sedimenti del tratto terminale dell'alveo
  • Mappatura aree a rischio di inondazione
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Le risorse idriche sono uno degli elementi più minacciati dai cambiamenti climatici

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